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  • Storia del Parmigiano Reggiano nella letteratura, nell’arte e nella cultura italiana

    Vi abbiamo raccontato la lunga storia secolare del Parmigiano Reggiano DOP, le cui prime tracce documentarie risalgono ad un codice manoscritto del 1254, oggi conservato presso l’Archivio di Stato di Genova, che menziona il “Caseus Parmensis”.

    Con oltre ottocento anni di vita, il nostro re dei formaggi ne ha viste davvero tante!
    La sua “storia minore” ha accompagnato, secolo dopo secolo, la nostra “grande storia”, ritagliandosi un posto d’onore sulle tavole dei personaggi più importanti di ogni epoca ma anche nelle pagine dei più grandi scrittori.

    La sua presenza in racconti, romanzi, poesie e canzoni ci dimostra che il Parmigiano Reggiano non è soltanto un elemento della cucina italiana, ma anche della nostra cultura.

    In fondo, come diceva il geografo francese Jean Brunhes, “Mangiare, è incorporare un territorio”, e un territorio è fatto di storia, arte, letteratura…

    Il Parmigiano come opera d’arte

    BARTOLOMEO ARBOTORI Natura morta con cacciagione e un pezzo di parmigianoIn pittura, le nature morte attraversano i secoli e ispirano artisti di ogni corrente e movimento… sono un po’ i predecessori dei nostri piatti, dolci e aperitivi pubblicati su Instagram con gli hashtag #foodporn, #instafood o #cucinaitaliana!
    Utilissimi agli storici per conoscere abitudini, tradizioni e alimentazione dei nostri antenati, questi still life non potevano certo dimenticarsi del Re dei Formaggi!

    Molto bella è, ad esempio, la composizione del piacentino Barolomei Arbotoni (1594-1676) intitolata “Natura morta con cacciagione e un pezzo di parmigiano”, un olio su tela che ci svela cosa avremmo potuto trovare nelle antiche dispense dei signori più benestanti.

    Parmigiano e Letteratura: la montagna di Parmigiano di Boccaccio

    Il primo in ordine temporale, ma anche uno dei più importanti autori ad aver inserito il Parmigiano all’interno di un racconto, è senz’altro Giovanni Boccaccio.
    Nella sua opera più famosa, il Decamerone, scritto a metà del Trecento, nella III novella dell’VIII giornata “Calandrino e l’Elitropia”, Boccaccio immagina un paese fantastico, il paese di Bengodi, un vero e proprio paese di cuccagna dove tutto è benessere, abbondanza e piacere.

    In questo paese si erge una montagna interamente fatta di Parmigiano, a dimostrazione dell’alta fama che già allora aveva per bontà e qualità il nostro formaggio:

    … eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n’aveva…

    Già nel 1350 dunque, il Parmigiano era un formaggio così amato, noto e diffuso, che agli scrittori veniva spontaneo menzionarlo, senza timore alcuno che i lettori non lo conoscessero.

    In un’epoca nella quale l’Italiano si stava costruendo e i dialetti erano ancora la prima lingua dei parlanti, il Parmigiano era già un traid d’union per tutto lo Stivale!

    Casanova e la discussa paternità del Parmigiano

    Ben prima che il Consorzio Parmigiano-Reggiano e la designazione DOP (Denominazione di Origine Protetta) stabilissero l’area di produzione del nostro amato formaggio, nei secoli la disputa su quale fosse il suo territorio d’origine – Parma o Reggio-Emilia? – fu accesa e ricca di dubbi.

    Nel Settecento, a confondere ancor più le acque, ci pensò quel personaggio unico e sopra le righe di Giacomo Casanova, che spostò a Lodi la terra di origine del Parmigiano!

    Nel 1763 Casanova era ospite della Famiglia Bolognini nel castello di Sant’Angelo Lodigiano e, recatosi a Lodi per acquistare alcuni libri da donare alla contessa Clementina, restò stupito di trovarne anche di tradotti, rivalutando così la città che, fino ad allora, riteneva degna di considerazione solo

    per il suo eccellente formaggio, che, per altro, tutta l’Europa ingrata chiama parmigiano. Quel formaggio in realtà, non è Parma ma di Lodi…

    Casanova era un grande amante dei buoni formaggi, tanto che per lungo tempo pensò di lavorare ad un ‘dizionario dei formaggi’, progetto che purtroppo abbandonò.

    Quindi di formaggi, della loro storia e della loro produzione si era da sempre interessato… Ma dobbiamo fidarci delle sue parole?
    Perché riteneva con tanta certezza che il Parmigiano avesse origini lodigiane?

    La sua errata convinzione è figlia della sua epoca, nella quale una forte crisi della produzione prima a Parma e poi anche a Reggio-Emilia fece emergere altri territori, come il lodigiano, che si erano nel tempo specializzati nella produzione di formaggi grana che ricordavano il nostro Parmigiano, per rispondere alle richieste di un mercato ormai consistente anche oltreconfine, in Francia e in Inghilterra.

    Collodi e il sogno di Giannettino di comprare una forma intera di ‘cacio parmigiano’

    Il papà di Pinocchio, Carlo Collodi, aveva tantissimi altri “figli della sua penna”; tra questi, il giovane Giannettino (prima apparizione nel 1877, fu protagonista di diversi suoi libri).

    Giannettino una sera sognò tre numeri che voleva giocare al lotto. Certo di vincere, aveva già progettato come spendere tutti quei soldi:

    …se vinco un terno – diceva agli amici – voglio comperare una villa, un palazzo, quattro cavalli scappatori, una bella galleria di quadri e una forma intera di cacio parmigiano…

    Da sempre, lo sappiamo, il Parmigiano Reggiano è un formaggio molto amato dai più piccoli, come ci ricorda questo simpatico racconto.

    Chi di noi non è mai scappato in cucina da bambino e, in punta di piedi, ha aperto il frigorifero per “rubarne” un pezzettino?

    Il Parmigiano Reggiano al Cinema con i Sikh

    Anche la Settima Arte ha dato lustro al nostro amato formaggio, inserendolo spesso tra le portate di pranzi luculliani, fumanti piatti di spaghetti al sugo e in salutari insalate.

    Il 2019, in particolare, ci ha regalato The Vegetarian un film che alle mucche, al latte e al Parmigiano Reggiano è dedicato e che racconta una bella storia di integrazione: quella dei sikh e dei pakistani che dai primi anni Novanta lavorano negli allevamenti zootecnici.

    Il film, scritto e diretto da Roberto San Pietro, è uno spaccato sulla vita reale di moltissimi sikh in Italia, sul rispetto e la serietà che dedicano alla cura delle mucche, per loro animali sacri, e sulla loro nuova vita nei territori della Pianura Padana ma anche su tutta la filiera lattiero casearia italiana.

    Che sia in un quadro, in un racconto, o in un film, il Parmigiano-Reggiano DOC viene scelto dagli artisti italiani di tutte le epoche perché lo sentono parte della loro vita, come capita a tutti noi… chi non ha un ricordo legato al sapore, al profumo o anche solo alla consistenza del Parmigiano?

     

    Per approfondire:

    • Associazione dei Musei del Cibo della provincia di Parma – Quaderno didatico n.3: “Parmigiano-Reggiano, uno scrigno di storia e tradizione”, 2008;
    • BARTOLOMEO ARBOTORI (1594-1676)” Natura morta con cacciagione e un pezzo di parmigiano” – olio su tela. Piacenza, Galleria Alberoni, Pinacoteca;
    • “Il Decameron”, Giovanni Boccaccio, 1350-1353;
    • “Il Parmigiano di Casanova” – Gastrolabio.it;
    • “Racconti in forma: Il Parmigiano-Reggiano 19 Racconti di altrettanti Autori”. Concorso DeGustibus (Damster – Quaderni del Loggione, cultura enogastronomica) – Damster Edizioni, 2013
    • “Giannettino. Libro per ragazzi”, Carlo Collodi, EditorePaggi, 1877;
    • MyMovies, Il Vegetariano – Roberto San Pietro https://www.mymovies.it/film/2019/il-vegetariano/